Quando la casa editrice Garzanti mi ha proposto questa collaborazione, ho prima di tutto studiato con molta attenzione il libro che avrei dovuto leggere. Ci tengo sempre a sottolineare che, quale lettrice, ho sì delle mie comfort zone, ma non mi pongo mai dei limiti, perché una bella scoperta si può sempre nascondere dietro l’angolo.
E, comunque, la valigia di esperienze che ci trasciniamo dietro non manca mai di avere molto spazio a disposizione.
Quindi ho valutato per bene che cosa mi veniva proposto e mi sono buttata… ‘Il palazzo di carta’ è un romanzo di narrativa contemporanea americana, con un pizzico di mistero e con un bel po’ di dramma, né saga familiare né autobiografia, che racconta al lettore le ventiquattro ore più importanti della vita di Eleanor, nelle quali quest’ultima, la nostra protagonista, dovrà prendere una decisione che potrebbe cambiare tutta la sua vita. Ma non è tutto, perché la storia è affiancata dal racconto dell’infanzia e dell’adolescenza di Elle, di tutta la sua vita, e, prima ancora, della vita di sua madre e di sua nonna, delle generazioni che l’hanno condotta a questo momento fatidico.
Mi sono buttata e devo proprio anticiparvi che credo di aver fatto bene.
Trama
Elle adora nuotare davanti alla casa di famiglia a Cape Cod. Ma quel giorno è diverso dagli altri. Perché Elle la sera prima ha fatto una scelta che ha cambiato tutto. Ha fatto l’amore con Jonas, l’uomo che, se le cose fossero andate diversamente tanti anni prima, ora sarebbe il suo compagno. Eppure, quel futuro non si è realizzato e il cuore di Ella si è aperto a Peter, suo marito, con cui ha avuto tre figli meravigliosi. Con lui è felice, ma il pensiero di Jonas non l’ha mai abbandonata. Ora Elle ha solo ventiquattr’ore per prendere la decisione che potrebbe stravolgere la sua vita; per farlo, non può ignorare la colpa che la unisce e la divide da Jonas. È il loro passato, è ciò che li ha allontanati, ma è un segreto che riecheggia nel presente. E ora tutto potrebbe tornare a galla come il fondale sabbioso che, durante una tempesta, affiora in superficie. Elle sa che cosa significherebbe. Sa che non è sola e che le conseguenze delle sue azioni peserebbero sulle persone che ama di più. Come sa che le scelte ormai alle spalle non sono giuste né sbagliate. Le scelte davvero importanti sono quelle che si hanno davanti.
La mia recensione
Scelte.
Tutta la nostra esistenza si basa sulle scelte che prendiamo ogni giorno e che danno forma alla nostra vita, che la rendono ciò che è, che stiamo vivendo e che vivremo. La protagonista di questo romanzo compie una scelta – direi inevitabile – che riporta a galla tutto quanto, che permette ai ricordi di riemergere, che rischia di far trapelare dei segreti rimasti sepolti per anni e che minaccia di ribaltare completamente la sua esistenza.
Il modo in cui Miranda Cowley Heller ha scelto di raccontare questa storia mi ha a dir poco stregata: la vicenda ha luogo in un unico giorno; questo viene “interrotto” da più flashback sul passato della protagonista e degli altri personaggi, nel racconto di come questi hanno influenzato e interferito, rendendola ciò che è.
Il tutto si riunisce e trova il suo apice in un finale (pseudo) aperto che mostra l’ultima cruciale scelta presa da Eleanor.
Lo stile di scrittura dell’autrice è ipnotico: è uno stile chiaro, scorrevole e coinvolgente, che porta il lettore a divorare letteralmente tutte le pagine del libro, una dopo l’altra, e a non riuscire nemmeno a tirare il fiato. Ho letto questo romanzo in relativamente molto poco tempo, secondo i miei standard, e vi posso garantire che non riuscirete a metterlo giù.
È proprio questo aspetto positivo, però, ad avere un contro piuttosto lampante, perché certe tematiche molto serie e molto pesanti, trattate all’interno di questo testo, risultano essere affrontate con fin troppa leggerezza, complice anche il fatto che, in più occasioni, vengono vissute da bambini e adolescenti. E qui potreste forse farmi notare che la Heller è stata più che brava nel suo lavoro… Sì e no. Ne ‘Il palazzo di carta’ ci sono scene di abuso sui minori, di violenza sessuale e di incesto, contenuti non proprio leggeri, e personalmente ne sono stata disturbata in più occasioni proprio a causa del modo in cui queste scene sono state riportate, come se non avessero rilevanza, come se fossero parte di una routine.
Ma temo che la percezione stessa di questi eventi sia molto soggettiva.
Il lettore deve immedesimarsi in Eleanor ed Eleanor è un personaggio particolare; il modo in cui ci racconta determinati “torti” subiti, come anche determinati errori commessi, è pertinente con il suo personaggio.
La scrittura di Miranda è un’arma a doppio taglio, possiamo dire così.
E lo sono anche i personaggi che ha creato per “recitare” la sua storia. Jonas è probabilmente l’unico che ha trovato il mio favore, insieme ad Anna, la sorella di Elle, perché tutti gli altri, Eleanor per prima, non hanno mosso la mia simpatia: con la protagonista non sono riuscita a relazionarmi e mi sono trovata più volte in disaccordo; suo marito, Peter, ha recitato più spesso del desiderato la parte del giocoliere di corte; il padre di Elle è un uomo semplicemente patetico e la madre… anche su di lei si può stendere un velo pietoso.
Però.
C’è un ‘però’ – uno dei tanti, perché, se vi sembra che io mi stia contraddicendo, avete assolutamente ragione.
‘Il palazzo di carta’ propone una sequenza di eventi ciclica, mostra come i fatti abbiano luogo e come le loro conseguenze si ripercuotano poi sugli altri, sulle generazioni future, che restano immancabilmente segnate da ciò che è successo ai loro padri e ai loro nonni prima ancora. Per il modo in cui Eleanor si comporta sono da biasimare soprattutto i suoi genitori, ma per il modo in cui si comporta sua madre è da biasimare, a sua volta, la madre di quest’ultima. E prosegue così, in questo modo.
Questo è probabilmente il punto forte del romanzo, lo “studio” di come chi ci ha preceduti è in grado di salvarci come anche di lasciarci annegare.
Non ho le competenze per valutare se il lavoro di Miranda Cowley Heller sia o meno innovativo, ma sicuramente offre più spunti di riflessione, sempre attuali e nei quali penso che più di un individuo possa rivedersi.
Voto
All’inizio avevo dato al ‘Palazzo di carta’ tre stelle, poi mi sono fermata a riflettere su questo voto per un bel po’, e alla fine ho fatto marcia indietro e ho deciso per le quattro. Ci sono delle cose che non mi sono piaciute, e altre che mi sono piaciute molto, quindi un voto a metà strada sarebbe stato forse migliore… ma mi piace “premiare” quei romanzi che riescono a risucchiarmi e a farmi allontanare dal mio mondo, a leggere per ore e a chiudere il libro con gli occhi che bruciano e la testa che scoppia. È soddisfacente, e, quando un determinato romanzo riesce a farmi provare tutto questo, significa che è riuscito nel suo proposito, senza ‘se’ e senza ‘ma’. Inoltre, una certa parte di merito va riconosciuta alle ambientazioni e alle descrizioni delle stesse: da Cape Cod a New York, da New York a Londra; la penna della Heller insiste molto sui diversi palcoscenici, soprattutto sulla natura selvaggia prima degli stagni e poi dell’oceano nei quali sono cresciuti i protagonisti. Ci tengo a precisare che questo non è un libro che consiglierei a tutti, perché sono consapevole di quali difetti abbia e anche di che cosa un lettore potrebbe trovare sgradevole. Vi incoraggio solo a provarci, se le premesse e le mie parole sono riuscite in qualche modo a incuriosirvi.
⭐⭐⭐⭐
Informazioni
- Titolo: Il palazzo di carta
- Autore: Miranda Cowley Heller
- Genere: narrativa contemporanea, narrativa americana e (un tocco di) mistery
- Editore: Garzanti
- Pagine: 400
- Ebook: 9,99€
- Cartaceo: 17,00€