La mia prima intervista è risultata un lavoro più che dignitoso e pieno di ottimi consigli da parte dell’autore intervistato – non mi sto facendo i complimenti da sola, ve lo giuro – e, cosa più importante, mi ha aiutata a sperimentare qualcosa di nuovo. È stato bellissimo e quando una cosa si rivela bellissima è giusto ripetere l’esperienza.
E infatti sono qui proprio per questo, questa volta con un’autrice piuttosto fuori dagli schemi, della quale ho letto proprio recentemente le opere, niente di meno che “I Fuorismi”.
Avete visto giusto, tranquilli; non vi si sono incrociati gli occhi. Se vi siete persi le raccolte surreal-sarcastico-demenziali che caratterizzano la produzione di BriAnnA – oh, giusto, è il nome in codice dell’autrice –, niente paura: in fondo alla pagina vi lascerò la mia recensione in proposito.
Sarò sincera, il nome ‘Brianna’ mi incuriosisce molto, quindi la prima cosa che ti chiedo riguarda proprio questo: da dove nasce e come mai hai deciso di firmarti in questo modo?
Ovviamente è un nick: rispetto al mio full name anagrafico è più facile da pronunciare e da ricordare, non solo per un italiano. Il nome viene dall’Irlanda, uno dei Paesi che amo di più oltre all’Italia: rappresenta il femminile di Brian (ogni riferimento a Brian Eno, Brian May, Brian Culbertson ed altri miei miti musicali è puramente voluto) e significa “la guerriera”. Chiariamoci: etimologia a parte, uno dei miei film preferiti è “Suppose They Gave a War and Nobody Came” (supponiamo che dichiarino la guerra e nessuno ci vada). Se non mi fanno inca***** di brutto sono sempre e comunque contro ogni forma di violenza (il problema sta tutto nella premessa…). Negli ambienti porno internazionali, diverse operatrici del settore si fanno chiamare così. Essendo per natura “politicamente scorretta”, ti confesso che la cosa non mi turba più di tanto.
Passiamo ai ‘Fuorismi’, l’argomento del giorno. Quando la Nepturanus Editore mi ha inviato le copie cartacee di tre di queste tue raccolte di “aforismi al contrario”, la mia prima reazione è stata panico puro; non sapevo che approccio adottare, non nei confronti di qualcosa di così diverso da un romanzo, da ciò che leggo di solito. Come è nata l’idea di dedicarti alla scrittura dei ‘Fuorismi’?
Ti confesso che ho iniziato questa cosa quasi per gioco, spinta devo dire dall’editore che, più pazzo di me, per primo ha creduto nella sottoscritta. Sono sorpresa, per non dire imbarazzata, di suscitare così tanto interesse, almeno presso le blogger. Pubblico finora non pervenuto, anche perché la promozione non è mai stata il mio forte. Infatti diverse volte sono stata bocciata… Come sono nati i ‘Fuorismi’? Diciamo che a furia di sentirmi dire da ex cape, ex colleghe ed ex fidanzati che “facevo ridere”, ho deciso di provarci davvero.
Avendoti chiesto questo, è automatico chiederti anche da quale strano calderone – sì, parliamo per metafore – riesci a tirare fuori tutte queste massime di natura sarcastica e molto pungente. Davvero: mentre le leggevo, ciò che mi chiedevo in continuazione riguardava come facessi a pensare a tante “frasi” tanto diverse tra loro.
Spesso i ‘Fuorismi’ mi vengono in mente da soli mentre sto facendo altro, senza un motivo apparente. A volte addirittura nel sonno: se non riesco a svegliarmi per annotarli non tornano più, li perdo per sempre. Cosa che mi scoccia non poco, mi arrovello per giorni cercando di ricordarli… Quando la mia mente è vigile (raramente, anche perché i vigili mi stanno, scusa il francesismo, sulle ovaie) derivano dalla semplice osservazione del mondo circostante, inteso anche come il circo che ci sta intorno, con i relativi pagliacci d’ordinanza in servizio permanente effettivo. Non c’è bisogno di sforzi titanici per fare umorismo demenzial-surreale sulla realtà: è la realtà stessa ad essere ridicola, demenziale, surreale. Parafrasando un comico poco noto, tale Woody Allen, l’umorista è un tizio che si fa pagare per farti notare quello che potresti osservare da te gratis.
Hai una raccolta di ‘Fuorismi’ preferita? Io non sono riuscita a sceglierne una; mi sono limitata a segnarmi dei determinati “fuorismi” che ho adorato.
Premesso che quest’ultima cosa che hai detto mi ha fatto diventare color Donald Trump al tramonto col terzo bicchiere di bourbon in mano, la risposta è sì. Sono particolarmente legata al primo libro (“Scusate il ritardo mentale”) e al terzo (“Amore un corno”), in cui al di là delle battute più o meno divertenti, pochi forse hanno notato un sottofondo amaro. Quest’ultimo libro, per ragioni tecniche – veniva troppo grosso per un tascabile – abbiamo dovuto “spezzettarlo”: diverse frasi a sfondo sessuale, non le più spinte, sono state inserite in “Di tutto un porco”. Volume che alla fine, pur non essendo il mio preferito e complice un contesto illustrativo secondo me particolarmente felice (ma un complimento alla nostra super-grafica, ragazze, glielo volete fare?) , risulta molto meno triviale di quello che sembra. Altri ‘Fuorismi’ sull’amore masochistico e sul masochismo in generale andranno in un volume di futura pubblicazione che si chiamerà “La supposta è dentro di te”. Idem con “Oggi mi sento asociale”, in cui abbiamo lasciato i ‘Fuorismi’ a carattere “privato”, mentre quelli dedicati a soggetti “pubblici” o similari (Stato, pubblica amministrazione, fisco, banche, autorità e classe “digerente” in genere…) andranno nel sesto volume, “Con il dovuto dispetto”), non ancora uscito. Quanto ad “Attacchi colitici”, in cui il riferimento alla politica è particolarmente evidente nel titolo inglese della nostra super-traduttrice Arianna Muti (“Polidicks”), noto che è quello preso meno in considerazione dalle blogger. Capisco che l’argomento è particolarmente scottante e che, siccome la sottoscritta non ne ha per nessuno, i contenuti sono facilmente strumentabilizzabili dal politicante di turno. In ogni caso, se a qualcuno interessasse, riassumo qui la mia posizione politica:
“Anarco-liberal-radical-non-chic di estrema sinistra antiautoritaria e antianalcolica, marxista tendenza Groucho, con scappellamento a destra come se fosse Antani”.
N.B. Ogni riferimento ad “Amici miei” è puramente (e)voluto.
Una domanda specifica: hai per caso una suocera terribile che ti ha ispirata? Dire che molti ‘Fuorismi’ parlano proprio di questa tanto temuta “figura” sarebbe riduttivo.
Un buon 50% dei ‘Fuorismi’ è frutto di esperienze personali dirette. Anche in questo caso la risposta è sì. So che nelle tradizioni popolari italiane la suocera (intesa in senso lato come madre del compagno, indipendentemente dal fatto che la coppia sia sposata o meno) è vista come una figura abbastanza negativa. Cito in proposito un “fuorisma” ante litteram del Grande Maestro Antonio de Curtis, in Arte Totò: “Non tutti i mali vengono per suocere…”. Premesso che non è mai giusto generalizzare, spesso di fatto questa figura rappresenta una delle cause più importanti della rottura di molte relazioni. Mi dispiace in questo caso di non poter essere particolarmente originale.
Per ora ne hai pubblicati sei; ne hai in cantiere altri?
Per la precisione cinque; il sesto (“Con il dovuto dispetto”) dovrebbe uscire prima dell’estate, Covid e politici permettendo (scusami ma mi viene spontaneo confondere le due cose). Ne ho almeno altri cinque o sei in serbo (prima di pubblicarli però devo trovare un traduttore bravo…).
O, ancora meglio: hai mai pensato all’eventualità di scrivere altro oltre ai tuoi famosi ‘Fuorismi’? Altro che sia un racconto, un romanzo, una raccolta… Questo mi incuriosisce molto. Hai tanta inventiva e chissà che cosa potresti creare.
Dopo aver letto l’ultima frase, di cui comunque ti ringrazio, lo specchio mi ha restituito un colorito tipo Ed Sheeran steso sette ore al Sole senza crema sulla spiaggia di Cancun a Ferragosto. A parte questa battuta stupida (scusa il ritardo mentale), è una domanda molto difficile. In realtà non sono molto sicura di essere io l’autrice di quello che scrivo. Come ti ho detto sopra (succede talvolta agli psicopatici) mi arrivano queste frasi dentro la testa, provenienti non so da dove, se da una dimensione sconosciuta o da una parte oscura del mio cervello. Già all’età di 10-11 anni scrivevo sui diari scolastici non i compiti, ma frasi umoristiche sui matrimoni falliti e sulle storture della società. Tutto andato perduto, ovviamente. Pazzia precoce o reminiscenze di vite precedenti? Non saprei. Quando ho scritto, come ho scritto, che a volte ho l’impressione di essere “un po’ suonata”, non è solo una battuta. Racconti, romanzi? Sì, da piccola ne scrivevo. Non ho più nulla di tutto ciò, in ogni caso credo che se li rileggessi oggi li butterei via. Scrivere un romanzo non è uno scherzo, ci vuole una trama con una logica, occorre possedere una certa tecnica narrativa. Non so se sono all’altezza. Casomai mi venisse voglia, mi piacerebbe scrivere qualcosa di totalmente illogico sul genere stream of consciousness, tipo ‘Tarantula’ di Bob Dylan. Andando sul pratico, cercherei intanto di completare la serie dei ‘Fuorismi’. L’ultimo che ho in mente sarà sulle religioni: ti rammento in proposito che le visite in carcere, soprattutto se accompagnate dai tarocchi siciliani, sono sempre gradite.
Che cosa ti aspetti dal futuro? Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Dicono i saggi che non bisogna avere aspettative, e che il futuro è semplicemente la continuazione del presente. Io non dico nulla anche perché mi ritengo tutt’altro che saggia, altrimenti non sarei qui su questo pianeta. I miei obiettivi personali non credo interessino al pubblico, vista anche la mancanza dello stesso. Ho degli obiettivi, o meglio dei “sogni sociali”, che come dice un noto musicista inglese prematuramente scomparso in una canzone un po’ mielosa (per questo è stata accettata…), immaginano un mondo senza divisioni, senza nazionalismi, senza religioni istituzionalizzate, senza inferni né paradisi, senza niente per cui uccidere e morire, senza Brexit… Insomma, com’è nel mio stile, ammesso che abbia uno stile, ho voluto terminare con qualcosa che facesse (sor)ridere.
Devo lavorare sulle mie conclusioni, ma diciamoci la verità: se scrivessi “Grazie per essere stato/a con noi” cadrebbero a tutti quanti le braccia. Preferisco che il dialogo lo concluda il nostro “ospite”, cosa che fa meglio di me di sicuro.
E ora ditemi che non avete una grande voglia di incontrare Elisabeth/BriAnnA e di stringerle la mano; davvero, queste risposte sono state da tappeto rosso. E io sono stata lusingata dal fatto di poterla intervistare.
Questi ‘Fuorismi’ dei quali abbiamo parlato sono stati una scoperta incredibile e colgo l’occasione per consigliarli a tutti, specie per farsi due risate o per alleggerire la giornata. Sono quello che sono.
Trama de ‘I Fuorismi di BriAnnA’
Questa collana surreal-sarcastico-demenziale è nata all’insegna di una particolare vocazione alla provocazione, dato che i testi sono particolarmente provocatori e l’autrice è particolarmente provocante. Da non leggere in tempi di coronavirus: potrebbe perfino mettere di buon umore.